Dall’Anguissola alla BBC, Stefania (giornalista e produttrice): “Ai ragazzi dico: non abbiate paura di osare”

Nonostante i suoi 29 anni, Stefania Okereke, per gli amici Stefy, nata sotto il Torrazzo da genitori nigeriani, orgogliosamente afro-italiana, ne ha fatta di strada.

Da Cremona a Londra, dall’Anguissola alla BBC, dal giornalino d’istituto (il glorioso ‘Hic sunt leones’: 20 primavere festeggiate di recente) alle grandi interviste. Nonostante i suoi 29 anni, Stefania Okereke, per gli amici Stefy, nata sotto il Torrazzo da genitori nigeriani, orgogliosamente afro-italiana, ne ha fatta di strada. E, a giudicare dalla sua determinazione, altra ne farà.

Stefania, di cosa scriveva per il giornalino della scuola?

“Mi ricordo, in particolare, un articolo su Beyoncè, la famosa cantante afro-americana”.

Com’è stato quel periodo?

“Meraviglioso. Gli insegnanti erano accoglienti- Per come l’Anguissola mi ha formato, non ho dubbi: lo rifarei di nuovo”.

E lei com’era?

“Desiderosa di intraprendere qualsiasi attività: il pianoforte, il giornalino e, al quarto anno, l’elezione a rappresentante di classe, una cosa che mi ha aiutato ad avere più fiducia in me stessa”.

Perché ha scelto l’indirizzo comunicazione del liceo?

“Mi ritengo una persona molto creativa, interessata, come dicevo, alla musica ma anche all’arte e ai media. Prima di iniziare l’Anguissola, scattavo foto e giravo piccoli video sui miei familiari in casa”.

A proposito di familiari, cosa pensavano del corso di comunicazione?

“Prima di sceglierlo, ero un po’ confusa. All’epoca ho avuto un battibecco – si dice così? – con i miei perché, essendo io la primogenita, speravano diventassi medico o ingegnere. Ma io volevo fare qualcosa di ‘mediatico’ e mi sono iscritta a quel corso. Guardandomi indietro non deciderei in altro modo”.

Da quanto tempo è in Inghilterra?

“Da dieci anni. Ho scelto l’Inghilterra nel 2013 per ricongiungermi con mio padre. Da quando ho lasciato l’Italia e sono arrivata qui, i miei studi sono stati in ambito fotografico. Il tirocinio a Sky e altre esperienze mi hanno aperto gli occhi sul mondo del giornalismo. Poi sono entrata alla BBC”.

Cominciando in quale veste?

“Quella di coordinatrice di programmi, allora non era un incarico giornalistico ma amministrativo. Durante il Covid, ho deciso di intraprendere la carriera di giornalista e produttrice. E da 3 anni sono giornalista alla BBC”.

In quale ramo attualmente?

“Sono a BBC News Africa, copro le notizie da quel continente. In contemporanea lavoro per il tg”.

Qual è il servizio di cui va particolarmente orgogliosa?

“Essendo afro-italiana, figlia di genitori nigeriani, nata e cresciuta in Italia, ho realizzato un reportage su un cantante afro-italiano. Un servizio creativo in cui si parlava di identità, musica, appartenenza”.

Un’intervista di cui va fiera?

“Quella, quando ero a Radio 4, a Ellen Johnson Sirleaf, ex presidentessa della Liberia, Premio Nobel per la pace 2011”.

Una collaborazione prestigiosa?

“Quella recente, per 4 giorni e come produttrice, con la RAI, per l’incoronazione di Re Carlo. Un’opportunità che mi ha aperto gli occhi su un possibile futuro in Italia”.

La BBC è ancora la BBC o il suo mito è stato in qualche modo scalfito?

“L’emittente più antica, che ha compiuto 100 anni nel 2022, è ancora molto autorevole. C’è anche da dire che la competizione cresce. Si sta cercando di produrre un approccio più digitale per raggiungere un’audience più giovanile, proporre una spiegazione di ciò che accade invece di fare breaking news”.

Non si può non chiederle come stampa e tv inglesi hanno seguito la morte di Silvio Berlusconi.

“Con grande interesse. Non me ne sono occupata direttamente, da un punto di osservazione distante, posso dire che mentre in Italia Berlusconi è il Cavaliere, qui, in alcuni articoli, si parlava soprattutto dei suoi scandali”.

Qual è il suo nuovo obiettivo?

“Realizzare reportage alla BBC internazionale. Dare voce alle persone sotto-rappresentante, gli uomini, le donne e i bambini che vivono nei posti più poveri, raggiungerli e raccontare le loro storie. A interessarmi di più sono le storie umane, sociali. Un altro obiettivo è fare qualche lavoro in Italia in quanto afro-italiana. L’Italia è e resterà sempre casa mia. Se si dovesse presentare l’opportunità, anche a livello finanziario, di farvi ritorno, perché no?”.

Cosa si sente di dire ai più giovani di lei?

“Che l’importante è non abbattersi mai. Prima di raggiungere questo traguardo, ho subito un sacco di sconfitte e ricevuto in faccia tanti no, ma non ho mollato. Bisogna avere determinazione, perseveranza, fiducia in se stessi, inseguire i propri sogni. Non bisogna avere la paura di osare. Questo vale anche a scuola: quando prendevo un brutto voto, non mi lasciavo andare ma studiavo di più”.

E cosa consiglia ai nuovi redattori di ‘Hic sunt leones’?

“Non esitate a raccontare storie mai sentite prima. Chissà mai che qualcuno le ascolti”.

 

Il profilo LinkedIn di Stefania Okereke

 

© Cremona Si Può! | LAB 2024, All rights reserved