Alessandro e la sua Cremona ‘Agrodolce’ sulle piattaforme tv: “Nel film una città piccola, ma che permette di crescere insieme”

Alessandro Prato ha 27 anni ed è cremonese. Ha diretto 'Agrodolce', la sua opera prima, una storia di ventenni vista da un ventenne e ambientata a Cremona. Il film ha vinto alcuni festival e da un mese viene trasmesso sulle piattaforme Amazon Prime, Apple Tv, Google Play.

Sognava di mettersi davanti alla macchina da presa ma, almeno per ora, si deve accontentare di restare dietro. Da attore a regista. Comunque sia, ha il cinema nel sangue. 27 anni, nato a Cremona, da qualche tempo trasferitosi a Roma, Alessandro Prato, è una promessa, forse più, del grande schermo.

Come ha cominciato?
“Dopo il diploma al liceo Aselli, ho frequentato una master class con Pupi Avati e studiato recitazione. Un giorno, in un colloquio privato, mi ha detto: questo è il tuo lavoro. Le sue parole mi hanno dato un po’ di speranza. Sono tornato da lui altre due volte. Alla terza mi ha chiesto: cosa ci fai ancora qui?”.

Come ha continuato?
“Ho sempre voluto fare l’attore e così ho deciso di iscrivermi alla Studio cinema international dove, oltre a Pupi Avati, c’erano nomi come Giancarlo Giannini e Abel Ferrara, che mi ha scelto per un piccolo ruolo nel film ‘Tommaso’, con William Dafoe. E’ stata un’esperienza molto bella”.

Dopo di che?
“Ho iniziato a fare provini non trovando però riscontri positivi. Mi sono stancato quasi subito facendomi travolgere dalla frustrazione. I provini sono, spesso, una farsa. La cosa importante è conoscere qualcuno. E’ proprio vero che ce la fa uno su un milione. Il risultato di questa situazione è che non ci sono personaggi nei film del cinema italiano di oggi. Invece quelli del cinema americano ne sono pieni”.

A quel punto?
“Ho detto: basta, mi metto a fare il regista. Ho chiuso con il dover andare ai provini, dove c’è grande competizione, e il cercare gli agenti. Ho seguito un corso di sceneggiatura a Roma, anche se la miglior scuola di regia è stata quella di recitazione. Vorrei fare le due cose insieme, l’attore e il regista. Un lavoro, quest’ultimo, che lascia molta libertà”.

E così ha diretto ‘Agrodolce’, la sua opera prima, una storia di ventenni vista da un ventenne e ambientata in una cittadina della Pianura padana.
“Ossia, Cremona, dove sono nato e cresciuto, la conosco molto bene. A detta anche di tanti spettatori, ne esce una Cremona bellissima dal punto di vista estetico, ben raccontata e ben inquadrata. Una città stupenda”.

E cosa ne esce dal punto di vista culturale, sociale?
“La mentalità della provincia, specialmente per quanto riguarda la scarsità delle opportunità. Il tutto narrato in chiave ironica. Una mentalità un po’ chiusa. Nel film una ragazza che sogna di fare la pittrice si ritrova nell’unica galleria d’arte della città. Per una sua coetanea che desidera diventare scrittrice c’è un’unica casa editrice”.

Ha sofferto anche lei di questa situazione?
“Sì, molto. Una città piccola ma che, nonostante questo, permette agli adolescenti che descrivo di crescere insieme, essere un gruppo di amici, quasi una famiglia. Ciò che a Roma, ad esempio, non è possibile. In realtà, Cremona ne esce solo bene mentre il quadro della provincia in sé è, appunto, agrodolce: dovrebbe aiutare i giovani ma purtroppo non lo fa”.

Quando ha girato il film?
“Cinque anni fa. Da autodidatta e con un budget di 15mila euro, una cifra ridicola. Due produzioni si erano fatte avanti con 950mila, una chiedeva di ambientare la pellicola in Puglia. Pur essendo mio padre pugliese, ho risposto di no. Una decisione di cui in parte mi pento. Grazie al bando Cultura partecipata, ho ottenuto un finanziamento dal Comune di Cremona. Il sindaco Galimberti mi ha aiutato per le location, gli sono molto grato. La ‘prima’ è stata proiettata, nel 2019, per i cremonesi, al Filo. Ho poi dovuto rimontare la pellicola che, nel novembre 2021, in piena pandemia, è sbarcata al cinema Adriano di Roma: 400 spettatori paganti, di questi tempi una rarità”.

Dopo il successo all’Adriano?
“In seguito ‘Agrodolce’ è uscito in alcune sale, a Milano, Piacenza, Bergamo. E ha vinto a un paio di festival: Roma, Firenze e Bellinzona. Quello di Bellinzona è il festival del cinema giovane, anche se è stato presentato pure ‘Dante’ di Pupi Avati. Comunque, in quell’occasione ‘Agrodolce’ è stato molto apprezzato e sembra vogliano distribuirlo in Svizzera. E, finalmente, da un mese circa viene trasmesso sulle piattaforme Amazon Prime, Apple Tv, Google Play. E’ uscita qualche recensione nuova. Notare che non ho avuto distribuzione, nessuna spinta”.

Il prossimo film?
“L’ho già scritto con Franco Ferrini, uno degli sceneggiatori di ‘C’era una volta in America’, di Sergio Leone, ma anche di Dario Argento e Carlo Verdone. Un bel pezzo di antiquariato con tanta esperienza. Sarà la storia dell’amicizia tra uno scultore di una certa età e un pittore giovane, come se fossimo io e Ferrini, due generazioni diverse”.

Può anticipare il titolo?
“‘Galatea’. Verrà girato in Puglia, a Otranto, se Dio vuole”.

A quando l’inizio delle riprese?
“Sono in attesa delle produzioni. Qualche attore ha già mostrato interesse per il film ma, come sempre, è difficile trovare i soldi necessari. Ho scritto a una cinquantina di produzioni italiane, ma non mi hanno mai risposto. Mi sono rivolto a una produzione svizzera e si sono fatti vivi dopo cinque minuti. Ma ci tengo molto a stare qui, in Italia, la mia terra, le mie radici. Sono patriottico”.

 

Alessandro Prato
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