“Sono innamorato della pagina scritta. Per questo sono ancora qui”

Gilberto Bazoli chiacchiera con "un signore d'altri tempi": Ettore Spotti, 73 anni, titolare della Libreria Spotti di corso Matteotti.

Volete un consiglio su un buon giallo? Cercate una biografia seria ma godibile di Napoleone? Desiderate regalarvi un volume illustrato su Caravaggio? O semplicemente avete bisogno di fare due chiacchiere non banali con un signore d’altri tempi?
In città c’è l’uomo giusto, un nome che tutti conoscono: Ettore Spotti, 73 anni, 50 dei quali passati, con la moglie Ivana (71), a vendere libri.
L’anniversario del loro ‘matrimonio’ con la cultura ricorre nel 2019. “Ho il diploma di geometra, mi sono sempre piaciuti i libri, non però quelli di scuola – racconta lui -. Ho cominciato da agente della Rizzoli andando casa per casa, con un gruppo di collaboratori, a proporre le grandi opere, come la storica Enciclopedia Rizzoli Larousse, che si acquistavano a rate. Avevo allora gli uffici in piazza Vida”. Era un’altra Italia, quella gloriosa di Angelo Rizzoli, il martinitt fondatore dell’omonimo colosso editoriale. “L’ho visto una volta a Milano, ho ancora la tessera di venditore firmata da lui. Alla mensa della Rizzoli, invece, ho incontrato Oreste Del Buono”.
Nel 1986 il grande passo. “Abbiamo aperto la libreria in corso Vacchelli. Erano i momenti terribili della P2 e di Tassan Din. La Rizzoli cominciava a zoppicare e ho dovuto pensare a un’alternativa”. Durante la settimana, tra gli scaffali; la domenica, in giro per i mercatini. “Avevo la licenza di ambulante per le fiere in Lombardia, Veneto ed Emilia”.
Corso Vacchelli era un buon punto di passaggio ma la segnaletica cambiò e Spotti, con la moglie inseparabile, si spostò, nel 2000, in corso Matteotti, in un ex colorificio, dove da allora è rimasto.
Libri, tantissimi, ma non solo. “In quegli anni abbiamo messo in piedi un coro di 30 bambini partecipando alle selezioni dello Zecchino d’oro e allestito nella saletta dietro, una volta al mese, mostre fotografiche facendo del nostro negozio un crocevia di interessi diversi”.
Dal 1980 ininterrottamente gli Spotti organizzano la Fiera del libro in Galleria XXV Aprile e, da 10 anni, gli Incontri con gli autori. “Con alcuni di loro, come Augias, Goldoni, Manfredi e altri, siamo diventati amici”.
Internet, si sa, fa leggere meno libri e l’e-commerce ha oscurato le vetrine. Ma la coppia Spotti resiste. “Ci si sono messi anche gli editori: aprendo propri punti di vendita, hanno volutamente fatto chiudere i librai indipendenti come noi. Non ho mai capito perché, in un momento in cui si vende così poco, si stampa così tanto. Probabilmente l’unico obiettivo è occupare spazi di mercato. Fatto sta che, rispetto al passato, c’è molta più offerta, ma mi sembra che il livello delle pubblicazioni si sia abbassato. Non importa: credo di aver dato una mano, nel mio piccolo, alla diffusione della cultura”. Un prezioso contributo quotidiano che non si ferma. “Non ci penso, almeno per uno o due anni, a ritirarmi”.
Spotti non ha nemmeno mai smesso di andare per mercatini, non più però dall’altra parte della bancarella, ma per acquistare. “A casa, solo in sala, ho più di mille titoli, volumi come la Storia della letteratura di Sapegno, della filosofia di Geymonat e dell’arte della Fondazione Cini. Se vedo un libro che mi piace, lo compro. Non posso farci niente: sono un maniaco, un innamorato della pagina scritta. Forse è per questo che sono ancora qui”.

Ettore Spotti e la moglie Ivana alla Fiera del Libro.
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