Soldi, campione mondiale di ciclismo nel 1965: “Testa bassa e pedalare”

Giuseppe Soldi racconta a Giorgio Barbieri quella gara vinta a San Sebastian sotto pioggia e vento (con lui anche il soncinese Denti).

“Quella notte non sono riuscito a dormire. Ho messo la maglia iridata su una seggiola davanti al letto della stanza d’albergo ed ho continuato a guardarla. Non mi rendevo conto di essere diventato campione del mondo. Mi chiedevo come fosse stato possibile che quel ragazzino cresciuto in campagna, timido e di poche parole, fosse arrivato a salire sul tetto più alto di un campionato mondiale”. Così Giuseppe Soldi, classe 1940, di Stagno Lombardo, ricorda la vittoria il 2 settembre del 1965 del titolo mondiale dilettanti nella 100 chilometri a cronometro di ciclismo nei Paesi Baschi in Spagna. Esattamente a San Sebastian. Con lui l’altro cremonese di Soncino Mino Denti e i veronesi Luciano Dalla Bona e Pietro Guerra.

Una vera e propria impresa in una giornata di pioggia e forte vento. “Cento chilometri in quelle condizioni – ricorda Soldi – non erano facili da percorrere. Ma noi ce l’abbiamo messa tutta, testa bassa e pedalare. Gli avversari da battere erano i padroni di casa della Spagna, reduci da un ottima partecipazione al Tour de France. Nessuno di noi quattro ha mai avuto l’idea di fermarsi, anche se le ruote slittavano da ogni parte sull’asfalto e la terra bagnati. Era troppo importante arrivare. E soprattutto prima degli altri. Per fortuna la camera d’aria della bici di Guerra non è scoppiata, ci è andata vicina ma ha resistito. E per fortuna il tempo veniva preso sul terzo perché Dalla Bona a sei chilometri dal traguardo si è staccato. Io ho fatto la volata finale”.

“La tribuna sulla quale avevano predisposto il podio è stata spazzata via dal vento. Ci hanno infilato le maglie iridate di corsa. Ma pochi minuti dopo qualcuno della giuria ci ha detto che c’era stato un errore, che avevano vinto gli spagnoli. Cosa era successo? Allora i risultati venivano battuti con la macchina da scrivere su fogli di carta e la pioggia aveva cancellato alcuni numeri. Così nel referto sugli spagnoli, che avevano corso la gara in 2 ore 22 minuti e 30 secondi, era sparito il 3 e quindi risultava 2 ore 22 minuti netti. Noi invece avevamo corso in 2 ore 22 minuti e 3 secondi. Alla fine tutto si è chiarito, loro sono arrivati 27 secondi dietro di noi. E la maglia di campioni del mondo era nostra”.  Cremona era sul podio più alto grazie a Soldi e al soncinese Denti.

“Io ho corso poche gare da professionista – racconta Soldi – ma alla Milano-Torino del 1966  dopo una buona parte della corsa eravamo ancora in gruppo. Io ho accelerato e mi sono avvicinato al campione belga Rik Van Looy e gli ho dato una pacca sulle spalle. Lui mi ha chiesto cosa volessi e io gli ho detto “Ti ho visto solo in televisione, stavolta ho l’occasione di essere al tuo fianco e toccarti”. Lui mi ha sorriso e mi ha detto di continuare a pedalare. Quella era anche una delle prime gare del ‘cannibale’ Eddy Merckx”.

Soldi, che l’11 dicembre compie 79 anni, da Allievo aveva vinto tantissime corse (fra queste la Coppa Dondeo nel 1958), è stato professionista con la maglia della Bianchi, ha corso in bici fra gli amatori sino al 1980.

Ecco gli azzurri mondiali nel 1965 (Denti, Soldi, Geurra, dalla Bona) e nel 2015 per festeggiare i 50 anni dalla vittoria (Guerra, Dalla Bona, Soldi, Denti).

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