Ponchielli, nuovo sovrintendente Cigni: scelta per merito e per il bene del teatro

Pubblichiamo la nota del Sindaco Gianluca Galimberti, Presidente del Ponchielli, condivisa ieri nel Cda del teatro che ha deciso (con tre voti favorevoli e due contrari) la nomina di Andrea Cigni come nuovo Sovrintendente.

È stato un lungo percorso quello della scelta del nuovo Sovrintendente del Teatro Ponchielli. Segnato da posizioni varie, spesso esplicitate con durezza. Ho pubblicamente parlato pochissimo, mantenendo quella riservatezza necessaria in queste circostanze. Ho taciuto anche quando le cose dette e scritte non corrispondevano al vero. Ho sempre pensato che rispetto ad alcuni temi ci sia un’oggettività dei fatti che si impone anche ad ogni interpretazione soggettiva. Ad esempio, sulle questioni che hanno segnato parte del dibattito, relative alla chiusura del bilancio 2019, abbiamo già a lungo illustrato quanto accaduto. Ho chiesto allo staff tecnico del Comune di preparare un report tecnico.

Il percorso per la scelta del nuovo Sovrintendente si è concluso con il cda del 21 settembre 2020. Da Statuto la nomina spetta infatti al cda della Fondazione Ponchielli. Per la prima volta nella storia del Teatro (che io sappia) abbiamo deciso di fare una raccolta di curriculum. La scelta di un head hunter, suggerita dai soci, è stata accolta. Siamo al momento l’unico Teatro di tradizione che fino ad ora si è comportato in questo modo. La società individuata, di grande prestigio, è quella che ha lavorato anche alla Scala. Il suo compito è stato quello di portarci una ‘short list’, dalla quale il cda avrebbe dovuto scegliere il Sovrintendente, senza preclusioni, analizzando tutti gli elementi forniti e all’interno di discussioni e confronti. Così è stato. Il cda aveva proposto 5 criteri per la valutazione, ma la valutazione stessa ha poi toccato molti aspetti ed elementi differenti.

La raccolta dei curriculum, fatta unicamente dalla società, è avvenuta secondo tre canali: autocandidature, mercato, presentazione da parte di membri del cda. Qualunque fosse il canale, le scelte sono passate attraverso la società.

Da un elenco di 42 candidati, illustrati al cda, la società, con la condivisione del cda stesso, ha proposto una lista di 14 e quindi una short list di 5 (3 dei quali potevano essere sostituiti da altri 3 candidati, ma il cda ha deciso che la short list presentata dalla società andava bene).

Sono stati fissati i colloqui nei primi giorni di settembre. La società in quella circostanza ha inviato schede con

  • valutazioni numeriche per ognuno dei 5 criteri indicati dal cda,
  • curriculum vitae,
  • osservazioni della società stessa,
  • progetto di teatro, richiesto ai candidati come strumento che facilitasse i colloqui, permettendo ai membri del cda di avere davanti a sé uno scritto.

Sulla base di questi elementi e in considerazione dell’analisi dei colloqui effettuati si realizza la scelta.

Il grazie va alla società per il lavoro svolto e a tutti i candidati, che è stato un grande onore poter incontrare.

Perché la scelta di Cigni?

La valutazione fatta dalla società, relativa ai 5 criteri, assegna al candidato in questione ottimi risultati, che consegnano un insieme virtuoso di conoscenze dei meccanismi del teatro, esperienze internazionali, conoscenza della realtà locale.

C’è una frase che mi ha colpito durante i colloqui: chi fa il regista ha abitudine a gestire maestranze, artisti e compagnie e quindi ad assumere ruoli di gestione e direzione artistica ad un tempo, come il ruolo di sovrintendente richiede. La conoscenza e l’esperienza teatrale sul campo di Andrea Cigni concretizzano certamente queste parole. E si può osservare in aggiunta che Cigni è regista di opera lirica e la stagione operistica corrisponde a quella con il maggior budget per il nostro teatro.

Il suo cammino è segnato dalle regie internazionali, ma parte da una gavetta che gli consente di rapportarsi al meglio con la realtà in cui assumerà il ruolo, realtà certamente prestigiosa e allo stesso tempo di dimensioni limitate in termini di budget rispetto ad altre esperienze di teatri.

È nel pieno della carriera e l’entusiasmo che manifesta dovrà trasformarsi nella capacità di esplicitare qui le sue energie, dentro un impegno che possa avere una continuità adeguata a definire una progettualità significativa.

Le sue regie internazionali (non ultima Nabucco presso la Biwako Hall di Otsu in occasione delle celebrazioni per i giochi olimpici 2020, rimandata per la pandemia), il suo amore viscerale per il teatro (questo aspetto nel suo colloquio è stato dal cda sottolineato) e le sue conoscenze artistiche, anche rispetto alle altre stagioni teatrali, gli danno l’autorevolezza necessaria per pensare ad uno sviluppo del Teatro nella sua autonoma progettualità artistica e le reti di relazioni e le conoscenze maturate, molte e significative, sono tali da aiutarlo in questo lavoro di progetto. 

Allo stesso tempo occorre osservare che Cremona diventa davvero internazionale, e le sue Istituzioni con lei, se Cremona interpreta appieno la sua profonda identità di essere patria del saper fare liutario, patrimonio immateriale dell’umanità. La condizione irrinunciabile perché questo avvenga è quella di costruire un sistema coeso, in cui le varie Istituzioni sappiano realizzare sinergie tra loro. Così possiamo fare un salto deciso e definitivo nell’affermare Cremona e le sue Istituzioni come città e realtà uniche al mondo e internazionalmente riconosciute come tali. Ebbene la visione di Cigni, spiccatamente legata ad un progetto di Teatro di città, e la sua conoscenza dell’anima culturale di Cremona, come appare evidente anche dal progetto presentato, ricco e articolato, consentono di gettare basi solide perché queste sinergie possano concretizzarsi fin da subito e contribuire così per la città e per il Teatro ad un salto di affermazione internazionale.

Aggiungo che elementi distintivi, essenziali, imprescindibili dei patrimoni immateriali dell’umanità, come l’Unesco spinge con forza a considerare, sono la comunità e la consapevolezza della comunità stessa rispetto ai valori culturali fondanti la sua identità aperta. Perché tale consapevolezza cresca è richiesta ad ogni attore del sistema culturale capacità di dialogo non solo con le altre Istituzioni culturali, ma anche con altri attori economici e sociali del territorio. Servono umiltà di approccio alla relazione, passione di confronto, pazienza consapevole. Tutte doti che Cigni possiede, come emerge dal colloquio.

Le proposte culturali, nel progetto di Cigni, appaiono inserite dentro una complessiva promozione turistica della città ed è questo un elemento essenziale e strategico. Altrettanto risulta  forte l’idea di un Teatro che sa diventare interlocutore di altri promotori di eventi in città e nel territorio; che sa farsi anche gestore dove serve; che sa essere sempre sostegno e riferimento di protagonisti della vita culturale di Cremona. La prospettiva di un Teatro che veste di festa tutta la città nei momenti forti delle sue proposte e dei suoi festival, anche con nuovi progetti, appare suggestiva e appassionante. Così come appare centrale anche l’idea di un Teatro che continua tradizioni di proposte attente a diverse fasce di popolazione, dai giovani, ai bambini e agli anziani.

A fronte poi di una situazione di bilancio da affrontare con molta attenzione, servono certo ricerche di sponsorizzazioni anche in applicazione dell’Art Bonus (che in altre realtà, anche lì dove Cigni presta ora la sua opera, ha portato significativi risultati) e servono anche interventi gestionali nuovi, strutturali, incisivi, continuativi. Cigni ha portato nel suo progetto concreti e interessanti esempi in proposito.

Non di meno, appare da lui esplicitata con precisione un’attenzione ai dipendenti e una modalità di approccio al lavoro con loro di grande rispetto e capacità di motivazione. (Sottolineo tra l’altro, come dato assolutamente rilevante, che da alcuni dipendenti è arrivata al cda un’espressione di favore rispetto alla scelta di una persona che conosca il teatro e la città.) Ma è esplicitata da Cigni con forza anche l’attenzione alla governance complessiva del Teatro, con rispetto al ruolo principe dell’Assemblea e del cda. Questo elemento importante dà la dimensione di un impegno inteso come rispettoso servizio ad una Istituzione più grande del Sovrintendente stesso. 

Non posso non sottolineare anche un aspetto essenziale per la storia della nostra città: non solo l’attenzione a un Teatro aperto e vissuto, ma anche accessibile, con un faro acceso su proposte legate alla disabilità non come elemento secondario, ma piuttosto caratterizzante un’azione complessiva.

A questo punto mi preme fare una considerazione che ha anche un carattere personale. Sanno tutti, ed è sempre stato elemento noto e mai celato, che conosco Andrea Cigni ed è maturata nel corso degli anni un’amicizia anche di famiglia. Ho registrato la sua unione civile con Luca. Con la mia famiglia abbiamo fatto visita alla sua in alcune occasioni, purtroppo poche e purtroppo in generale la frequentazione non è stata forte come con altri nostri amici, anche per questioni di tempo e di impegni. Ed è senz’altro per noi sempre un onore conoscere persone di valore umanamente come Andrea e culturalmente come il regista e artista Cigni. Detto questo, posto che la scelta del sovrintendente si configura giuridicamente proprio come scelta da parte dei membri del cda al quale per Statuto compete la nomina e posto che il percorso è stato gestito da un ente terzo riconosciuto e di grande valore, attraverso una pesatura del merito, e realizzato con grandissimo rigore, continuo impegno, evidente serietà, nell’interesse del Teatro la scelta è avvenuta a seguito di una valutazione proprio del merito. Per questo motivo la conoscenza non ha rappresentato certo un disvalore, ma semmai un valore aggiunto e un vantaggio anche nella necessaria costruzione di un parere relativo alla personalità del candidato.

Tutto questo percorso ha visto un amplissimo livello di discussione, partecipazione e confronto, che ho sempre cercato di riportare sul merito delle questioni. Tuttavia sempre in relazione al percorso, una nota devo dedicarla ad un episodio spiacevole. L’aver rivelato alla stampa i nomi dei candidati è stato un atto che rappresenta un potenziale danno ai professionisti coinvolti, espone l’Istituzione del Teatro e non fa onore alla città. Cercheremo di capire come si sia potuto verificare un simile accadimento e ci scusiamo con la società e con i professionisti coinvolti.

Ora abbiamo tanto da lavorare. Le idee che Cigni ci ha esposto sono relative anche alla necessità di essere subito operativi con progetti e interventi, anche in considerazione del periodo ancora così complesso che stiamo vivendo. Il cammino è stato faticoso. Partecipato certo. Discusso ed è un bene. A volte con elementi che hanno amareggiato e anche diviso. Ora occorre lavorare con entusiasmo, con passione, con competenza, per il bene del Teatro, della città. Per il bene comune.

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