Pietre di inciampo, la Maestra Angela della Miglioli: “I bambini hanno una sensibilità che gli adulti hanno dimenticato”

Le pietre di inciampo, segno tangibile della volontà di non dimenticare la tragedia dei lager e del nazismo, sono state collocate nel Cortile Federico II di Palazzo comunale. Incredibile ma vero, all'inizio di tutto questo ci sono i bambini della scuola Guido Miglioli del Cambonino e un cartone animato.

Tre piccoli blocchi quadrati ricoperti da una piastra in ottone con il nome dei deportati che non hanno fatto ritorno: Mario Ferrari, Renzo Pedroni, Ernesto Tessaroli. Anche Cremona, come oltre duemila città europee, ha le sue pietre d’inciampo, segno tangibile della volontà di non dimenticare la tragedia dei lager e del nazismo. Sono state collocate nel Cortile Federico II di Palazzo comunale, altre lo saranno nei prossimi giorni in altri luoghi. Incredibile ma vero, all’inizio di tutto questo ci sono i bambini della scuola Guido Miglioli del Cambonino e un cartone animato.
“E’ stata un’esperienza bellissima”, commenta la loro maestra, Angela Scotellaro, 56 anni, da 23 a Cremona proveniente da Vibonati (Salerno) e da 10 alla Miglioli.
“L’anno scorso insegnavo nella classe V, composta da 25 allievi, di cui 6 bambine – racconta la maestra -. La nostra è una scuola con una forte presenza di figli di famiglie straniere. Abbiamo messo in piedi un corso dedicato alle guerre nel mondo. Siamo partiti dalla lettura di un libro in cui si parlava della condizione dei bambini in Siria. In quella classe c’era un piccolo kosovaro e si è discusso anche della guerra nella ex Jugoslavia”.
La ricerca si è poi trasferita dai conflitti in corso a quelli più lontani nel passato e, in particolare, alla Seconda Guerra mondiale. “E’ così che i ragazzini hanno cominciato ad esaminare la questione dell’Olocausto e chiedere cosa sia la Shoah scoprendo che nei campi di concentramento non c’erano solo prigionieri ebrei ma anche, ad esempio, appartenenti ad altre razze”. La svolta, per così dire, è stata la visione di un cartone animato. “Due gemelle, sopravvissute allo sterminio e che ora fanno da guida alla visita di Auschwitz, parlano dei bambini internati. I miei scolari sono rimasti colpiti e hanno deciso di proseguire le loro indagini storiche. Per farlo abbiamo utilizzato due strumenti: il computer di classe e alcune pagine del diario di Anna Frank. Vista l’età, ho accuratamente evitato il ricorso a immagini crude”.
Approfondimento dopo approfondimento, è spuntato il capitolo delle pietre d’inciampo. “Ne siamo venuti a conoscenza grazie ad Internet. I bambini si sono incuriositi: perché si tratta di monumenti dal basso mentre gli altri li si guarda di fronte e sono enormi? Ricordo che uno di loro mi ha chiesto: maestra, quando non ci saranno più tutti coloro che hanno vissuto in prima persona questo dramma, chi farà in modo che non si perda la memoria di un evento così terribile? Un altro ha domandato: perché Cremona non ha le pietre d’inciampo? Un altro ancora ha proposto di mandare una mail al sindaco Galimberti”. Idea subito raccolta e messaggio spedito. “Vi si spiegava il lavoro svolto sino a quel momento, compreso il perché della mancanza a Cremona di quegli strani monumenti orizzontali”. E i genitori? “Pure loro erano entusiasti, ‘gasati’ per questa cosa partita un po’ in sordina, anche se all’inizio non credevano che il Comune ci avrebbe dato ascolto e dicevano: capirai, siamo una scuola di quartiere, il cuore della città è lontano da noi. Invece la piccola pallina di neve è diventata una valanga ed è arrivata sin dove voleva arrivare”.
Giovedì 12 gennaio: il grande giorno della posa delle tre mattonelle. “Ho caricato i miei bambini della ex quinta, nel frattempo passati in prima media, sulla radiale e dal Cambonino siamo venuti giù in centro mentre gli altri delle attuali quinta e quarta, che hanno ricevuto il testimone e che hanno proseguito in questi mesi l’attività iniziata l’anno scorso dai loro coetanei, sono saliti sullo Scuolabus”. Ad attenderli il sindaco, l’assessore alla Cultura Luca Burgazzi (“E’ stato sempre disponibile e si è preso subito a cuore la nostra proposta”) e una sorpresa: Gunter Dwmnig, in carne e ossa e con il suo cappellaccio, l’artista tedesco che ha ideato le pietre d’inciampo. “Neanche farlo apposta c’era lui. È come se si fosse materializzata l’immagine vista al computer. E’ stato per tutti un momento emozionante. Ci tengo a sottolineare che in questo percorso ci hanno aiutato l’ANPI e Giuseppe Azzoni, il rappresentante dell’Associazione partigiani. Ringrazio di cuore anche le mie colleghe che hanno condiviso questo progetto. Posso citarle? Elisa Schinocca, Caterina Zinerco, Annarita Valletta, Milena Tatti”.
La maestra si guarda indietro. “C’è stato un giorno in cui in classe un ragazzino si è commosso. Non ci possiamo permettere di non parlare di queste sciagure, di queste pagine nere. I bambini hanno una sensibilità che gli adulti hanno dimenticato, riuscire a fare tutto questo è stata una grande conquista. La domanda che mi ha spiazzato di più è anche quella posta più di frequente: come possono degli uomini essere così spietati con i loro simili? Ho tentato di dare una risposta, ma non è stato facile. Nel mio piccolo, ho cercato di gettare un seme e, dalla reazioni ottenute, mi sembra che qualcosa si sia mosso”.

Alunni ed ex alunni della Scuola Miglioli del Cambonino durante la posa delle pietre
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