Cinque giorni dopo la famosa foto è risultata positiva, l’infermiera Elena: “Non vedo l’ora di tornare al lavoro”

Cinque giorni dopo la fotografia che ha fatto il giro del web e dei media, Elena è risultata positiva al tampone e ha cominciato la quarantena.

Sfinita, addormentata con la testa china su un cuscino di fortuna e sulla tastiera del computer, ancora con la mascherina al volto, il camice, il copricapo, i guanti in lattice. Cinque giorni dopo la fotografia in bianco e nero diventata il simbolo della lotta del personale sanitario contro il coronavirus, Elena Pagliarini, 43 anni, l’infermiera del pronto soccorso dell’ospedale di Cremona ritratta in quell’immagine già uscita dalla pagine della cronaca ed entrata in quelle della storia, è risultata positiva e ha cominciato la quarantena. Ha fatto il primo tampone, che ha dato esito negativo, ed è in attesa del responso del secondo. Se anche questo test andrà bene, rientrerà al Maggiore. E’ giovedì, metà mattina: “Non vedo l’ora”.

Elena è in forza al Maggiore dal 2005 e al Pronto soccorso dal 2015, dopo essere stata nel reparto di Medicina. Prima ha lavorato come insegnante delle scuole materne, occupandosi di bambini disabili. “Era l’8 marzo, le 6 di mattina, la Festa della donna – ricorda -. Durante la notte era successo di tutto, una notte fatta di corsa tra i letti dei pazienti gravi che con i loro sguardi angosciati chiedevano aiuto e non capivano cosa stesse succedendo. Avevo anche pianto”. La foto è stata scattata, un’ora prima della fine del turno cominciato alle 9 della sera precedente, da un medico, la dottoressa Francesca Mangiatorti. “Non me ne sono accorta – continua l’infermiera -. Poco dopo l’istantanea è stata pubblicata su Facebook e da quel momento è iniziato il tam-tam”. Il 10 marzo ha fatto il tampone, dal 13 è partito l’isolamento.

Ma in queste tre settimane il filo diretto con l’ospedale non si è interrotto. “Tutti i giorni mi sento con le mie colleghe, la mia seconda famiglia. Siamo un bel gruppo. Non parliamo mai di lavoro perché loro non vogliono preoccupare me e io non voglio preoccupare loro. Non ho, quindi, informazioni dirette su come stanno andando le cose, non conosco gli ultimi dati. Ma, secondo me, siamo ancora in emergenza, in alto mare. Bisogna avere un po’ di pazienza, fare sempre attenzione, rispettare le prescrizioni, come non darsi la mano o non abbracciarsi. Una cosa che mi manca molto perché amo stare in mezzo alla gente, il contatto fisico, ridere”. Elena vive da sola. “Sto benissimo, grazie al cielo non ho nessun tipo di disturbo, a parte la mancanza del gusto e dell’olfatto. La quarantena è pesante ma mi anche dato modo di fare lunghe riflessioni, un lavoro di introspezione. Ho riscoperto il piacere di stare a casa e ritrovato quello di leggere. Per ammazzare il tempo ho sistemato gli armadi”.

Guarda avanti, oltre la finestra tra lei e il sole. “Non vedo l’ora di tornare in mezzo ai miei colleghi e alla mia professione, una professione che adoro. Tutti i giorni si rischia, ma è il mestiere che ho scelto, una scelta di cui sono fermamente convinta. Mi spaventa, invece, psicologicamente l’idea di incontrare gli sguardi che ho visto quella volta. Non li dimenticherò mai, mai. Ho ancora tanta angoscia nel mio cuore”. La stessa angoscia che prova al pensiero di chi non c’è più. “Ho perso degli amici e il papà di uno di loro. Quando tutto questo finirà, dovremo guardarci intorno e vedere chi è rimasto. Ho paura che mancherà qualcuno di cui non mi sono accorta”. Si torna a quella notte di tre settimane fa. “Non sono il tipo che ama mettersi in mostra o andare alla ricerca di ringraziamenti, ci tengo a sottolineare che quella foto non rappresenta la mia stanchezza ma la stanchezza e l’impegno di tutti i miei colleghi nella lotta al coronavirus. Gli infermieri hanno uno spirito indomito, l’infermiere è un guerriero. E’ vero, ho detto che se quell’immagine fosse stata ripresa in un periodo normale, sarei stata criticata, considerata una fannullona. Il personale infermieristico è declassato, messo in disparte. Si pensa che faccia solo la flebo o il prelievo. Invece dietro a un infermiere c’è tanto, ci sono i rapporti con i familiari, una parola al paziente, una carezza. E’ l’infermiere che si occupa del supporto psicologico, è lui il punto di riferimento”.

Elena, nei giorni scorsi, ha mandato un messaggio al sindaco Gianluca Galimberti. “Volevo augurargli, essendo in quarantena anche lui, buona guarigione e ringraziarlo per ciò che sta facendo per l’ospedale e la città. Lo sento molto vicino. Tutto qui”.

AGGIORNAMENTO DEL 3 APRILE 2020

La quarantena di Elena Pagliarini, l’infermiera cremonese della foto-simbolo della lotta al coronavirus, è finita. “Stamattina intorno alle 11 ho ricevuto la notizia che attendevo: anche il responso del secondo tampone, analizzato a Brescia, è negativo. Questo significa che sono completamente guarita e che potrò rientrare al lavoro, al pronto soccorso. Prenderò servizio oggi stesso, alle 21”.

L’esito del test di conferma era prevedibile, ma non scontato. “Alcuni miei colleghi sono risultati negativi al primo esame ma positivi a quello successivo. Anche per questo era incerta”. Elena non vede l’ora di tornare all’ospedale. “Era quello che desideravo infinitamente. In questo momento sto provando un’emozione incontrollabile, finalmente rivedrò i miei colleghi, i medici e tutto il personale sanitario. La mia seconda famiglia. Ho bisogno del contatto con loro. La mia felicità è immensa. Se potessi, uscirei e mi metterei a correre intorno a casa”.

Poi gli auguri al sindaco Gianluca Galimberti, ancora in isolamento: “Gli dico di farsi coraggio. Come sono guarita io, presto guarirà anche lui”.

La foto di Elena che ha fatto il giro del web
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