Il concerto rientrava nell'ambito dell'International Spring Music Festival, la kermesse unica nel suo genere che, con il sostegno del Comune e di altri partner, sta colorando le piazze, i teatri, i musei, i cortili, gli angoli di Cremona con le note delle orchestre e dei cori scolastici e amatoriali, italiani e internazionali.
Eleganti, vestite di nero. Emozionatissime. Artiste insolite come insolito era il pubblico che si preparava ad ascoltarle: per lo più genitori, bambini, qua e là mamme con i figli in braccio, colleghe. Tutti attentissimi e, alla fine, entusiasti. Una giornata particolare quella vissuta, mercoledì pomeriggio, all’Auditorium Arvedi del Museo del Violino: sul palco le maestre delle scuole dell’infanzia e primaria che compongono l’Orchestra ‘Su una corda sola’-Violino va a scuola.
Il concerto rientrava nell’ambito dell’International Spring Music Festival, la kermesse unica nel suo genere che, con il sostegno del Comune e di altri partner, sta colorando le piazze, i teatri, i musei, i cortili, gli angoli di Cremona con le note delle orchestre e dei cori scolastici e amatoriali, italiani e internazionali. Dopo le applaudite esibizioni dell’ensemble ‘Un pizzico di corda’ e dei giovani chitarristi del liceo musicale Stradivari, di Valentina Brianti (voce) e Isa Trotta (pianoforte), della stessa Trotta e Fabian Hocke (pianoforte), è toccato a loro, le maestre. Nessuna è musicista, tutte hanno seguito il corso di perfezionamento tenuto dal professor Gianlugi Bencivenga, insegnante di clarinetto alla scuola media Vida, estroso direttore artistico della rassegna che, iniziata il primo maggio, si concluderà il 12 giugno. In dieci lezioni, da settembre a dicembre, queste maestre provenienti da diversi istituti cittadini hanno approfondito, sotto la guida di Bencivenga, le nozioni musicali e hanno imparato, tra l’altro, a suonare il bengalino, uno strumento ad arco monocordo realizzato in legno, laminato noce per le fasce, abete per fondo e tavola, ideato dallo stesso Bencivenga, con il supporto tecnico del liutaio Ezio Scarpini, e costruito presso la Scuola internazionale di liuteria. Il bengalino, che ha un’unica nota, è stato creato a scopo didattico, pensato per avvicinare i bambini (e le loro insegnanti) in maniera concreta, spontanea e diretta all’esperienza musicale.
“E adesso un momento speciale”, ha detto Bencivenga mentre le sue ‘alunne’ prendevano posto alle spalle dell’Orchestra giovanile Mousikè, che le avrebbe accompagnate. “Le insegnanti hanno portato nelle loro classi l’esperienza acquisita durante il corso, che ha coinvolto 28 docenti”. Per poi sdrammatizzare: “Sono molto tese, è da un’ora che stanno con il bengalino in mano. Abbiamo provato questa uscita una trentina di volte. Scherzi a parte, non so in quale altre città possa accadere una cosa del genere”.
Poi via allo spettacolo, tutti i brani sono stati scritti o arrangiati appositamente per l’occasione. La parola è quindi tornata a Bencivenga, che ha suonato il clarinetto e diretto l’orchestra: “Non è facile mettersi in gioco. Queste insegnanti si perfezioneranno l’anno prossimo con uno strumento a due corde, quello dopo ancora con uno a tre e, infine, con il violino. Il valore di questa esperienza è indelebile. Noi abbiamo finito ma, visto che non capiterà spesso un momento del genere, vi chiedo un bis”. Desiderio, la riproposizione de ‘La danza di Lallo’ per bengalino e orchestra (Viola Martiè), sommerso dagli applausi.
Sul palco c’era anche Marina Penna, 61 anni, ‘colonna’ della Realdo Colombo, maestra amorevole e vulcanica di generazioni di cremonesi. “Seguo dall’inizio, 7 anni fa, il corso di perfezionamento – ha detto ancora emozionata subito dopo l’esibizione. “Avevo un vuoto in materia di musica, mi limitavo ad ascoltarla, avevo bisogno di essere formata. Ecco perché ho accolto subito con entusiasmo l’opportunità di queste lezioni che, grazie a un’efficace metodologia di insegnamento, arricchiscono noi e, attraverso noi, i bambini”. I risultati si vedono: “I miei alunni sanno leggere le partiture, alcuni della quinta fanno parte di orchestre giovanili, 3 della seconda hanno cominciato a suonare il violino. Anch’io, a settembre, ho intenzione di farlo. Il corso di perfezionamento sta allargando il suo raggio d’azione, è un percorso che fa percepire la musica come entità viva. La pubblicità migliore la fanno loro, i bambini, perché le maestre si accorgono che sono davvero bravi”. Una collega non più giovanissima di Marina le si avvicina e si congratula per il concerto: “Sono già in pensione, ma al corso l’anno prossimo voglio venirci anch’io”.
